lunedì 21 dicembre 2009

giovedì 24 settembre 2009

IN PROGETTAZIONE I LAVORI INVERNALI


Molta carne al fuoco per l'autunno-inverno 2009/2010.

Inizia una nuova collaborazione con l'Associazione Non Solo Danza di Cavalese, per la quale condurrò il gruppo 'pre-tecnico'.

Poi due grossi lavori da allestire: la nuova coreografia per il Processo alle Streghe e la Cerimonia di apertura (novità ultim'ora!!) dei Campionati Mondiali Studenteschi di Sci prevista al Palaghiaccio di Folgaria il 2 marzo 2010.

venerdì 7 agosto 2009

Compagnia Gloria Potrich: prossimo appuntamento

Dopo l'arrangiamento di 'Reitera' proposto al Teatro S.Marco di Trento (foto), riproposta (nuovamente riarrangiata) di Reitera in piazza Loreto a Rovereto a settembre, all'interno della rassegna Happy Dance.
Si è conclusa felicemente dunque la terza avventura con Gloria, Sabrina, Cinzia e Karen: Reitera3!
Ora il meritato riposo, in attesa di nuove idee.
Salutone anche a Giulia e Luanna ovviamente..

Stage con Larrio Ekson e Britta Pudelko: grande esperienza!




















http://www.larrio-ekson.com/
http://www.britta-pudelko.com

mercoledì 20 maggio 2009

lunedì 27 aprile 2009

LA PASSIONE. ANALISI POLITICO SOCIALE DELLA STORIA CONTEMPORANEA: DAL 1968 AD OGGI

Consiglio:

libro: Segreti di Stato: verità e riconciliazione sugli anni di piombo
di Giovanni Pellegrino
libro: I ragazzi che volevano fare la rivoluzione. 1968-1978. Storia critica di Lotta continua
di Aldo Cazzullo
libro: piombo rosso, la storia completa della lotta armata in Italia dal 1970 a oggi

di Giorgio Galli
libro: mi dichiaro prigioniero politico

di Giovanni Bianconi
libro: patria 1978 - 2008

di Enrico Deaglio
libro: br una storia italiana (libro intervista a Mario Moretti)

di Rossana Rossanda

DEEP PURPLE: LA VECCHIA PASSIONE

D E E P P U R P L E

30. ANNIVERSARIO

1968 - 1998
a cura di
Stefano Tomasi e Angelo Mutinelli


DEEP PURPLE: 30 ANNI DI STORIA
Il mese di maggio del 1998 rappresenta per i Deep Purple un doppio appuntamento con la storia del Rock: l'anniversario della nascita del gruppo (30 anni precisi dal maggio '68) e l'uscita sul mercato mondiale di un ennesimo lavoro discografico.
Il ripercorrere avvenimenti e situazioni che hanno accompagnato e caratterizzato l'attività di questo gruppo, permetterà di comprendere come questa band sia potuta divenire qualcosa di unico nel panorama rock internazionale, unico e leggendario.
Fu nel marzo del 1968 che la band mosse i primi passi, cominciando a suonare dopo un lungo periodo di vari contatti tra diversi musicisti: quella che stava per partire era una lunga, complessa ed affascinante storia, che ha dato origine forse al miglior combo musicale dell'intera storia del rock, un gruppo che tutt'oggi è assai florido nella propria vena compositiva, un caposaldo dell' intramontabile Hard Rock.
Ed è proprio questa longevità che testimonia la caratura della band, che altrimenti non avrebbe mai potuto cavalcare con successo assai diversi ed a volte contradditori periodi storici come gli anni settanta, ottanta ed ora anche novanta.
Inoltre attorno al Purple-planet sono ruotati dei musicisti pregevoli, per cui, nonostante i ripetuti cambi di organico, la band è riuscita a mantenere intatta la propria popolarità, la propria identità musicale e, cosa più importante, la propria levatura musicale.
Rispetto a qualsiasi altra band, i Deep Purple hanno saputo inoltre creare un universo sonoro decisamente più ricco ed articolato, dove anche la sezione ritmica (oltre alla chitarra, alle tastiere ed alla voce) ha sempre svolto un ruolo decisamente attivo nelle trame soliste; ciò ha dato origine pertanto a maggiori improvvisazioni, più lunghe ed avventurose, con i vari strumenti capaci di alternarsi duettando e rincorrendosi.
Inoltre nessuna altra band ha saputo fondere i linguaggi musicali più disparati, attingendo la propria ispirazione dalla musica classica, blues, jazz, funk, soul, persino reggae e folk, se consideriamo l'intera Purple-family.
I Deep Purple sono universalmente ritenuti i padri dell'Hard Rock, in virtù dei "riff" possenti, delle ritmiche incalzanti, delle dinamiche musicali, dei virtuosismi e della sperimentazione sonora che hanno sempre contraddistinto la loro lunga attività.
Il loro lungo viaggio musicale, influenzato dai più disparati backgrounds immaginabili, ebbe inizio negli anni precedenti il 1968 grazie all'incontro tra l'ex Searcher Chris Curtis (batteria) e JON LORD (studi classici), già noto e molto apprezzato organista, a sua volta ex-Artwoods (rhythm'n'blues) ed al momento con i The Flowerpot Men. Curtis nutriva progetti notevoli e poteva contare sul giovane ed ambizioso manager Tony Edwards, che coinvolse a sua volta anche un pubblicitario, John Coletta. Lord contattò quindi un giovane talentuoso chitarrista, RITCHIE BLACKMORE (impostazione classica, studio chitarra blues e, in seguito, violoncello), che già vantava discrete esperienze sia in studio che dal vivo con una moltitudine di gruppi.
Curtis, Lord e Blackmore (Roundabout) iniziarono presto a provare, ma quest'ultimi, stufi delle idee un po' troppo bizzarre di Curtis tornarono presto sui propri passi.
Furono Edwards e Coletta a far di tutto affinché ci ripensassero, riuscendo ad assemblare una band comprendente Ritchie, Jon, Bobby Woodman Clarke alla batteria e Dave Curtis al basso; Curtis fu presto sostituito da NICK SIMPER, con Lord in The Flowerpot Men.
Tony Edwards e John Coletta investirono migliaia di sterline (fine 1967) per meglio supportare il gruppo (fu pure comprato un Hammond per Jon Lord!), ma nonostante tutto questo impegno le cose non sembravano marciare come dovevano, ed inoltre non si riusciva a trovare un cantante (sebbene Nick cercò di interessare vanamente IAN GILLAN). Fu pubblicato un annuncio e ROD EVANS (voce degli M.I.5) ne fu la conseguenza. Rod si presentò all'audizione in compagnia del loro batterista, IAN PAICE, musicista dallo stile inventivo, il cui talento era già molto noto ed apprezzato da Blackmore. Quanto a ROD, possedeva una voce molto calda e calibrata, con un timbro alla Elvis, che ben si addiceva alle musiche del quintetto (che, per intendere, suonava anche cover dei Beatles).
Era così nata quella che sarà la prima line-up dei Deep Purple, la MarkI, comprendente quindi IAN PAICE alla batteria, RITCHIE BLACKMORE alla chitarra, JON LORD alle tastiere, NICK SIMPER al basso e ROD EVANS voce: stava nascendo un progetto che (chi l'avrebbe potuto immaginare), si sarebbe spinto fino alla fine del secolo.
Generalmente si guarda a quanto prodotto dalla MarkI come ad un qualcosa di formativo, di preparatorio per quella che è vista dai più come la formazione classica dei Deep Purple, ovverosia la MarkII, ma questa supposizione non è totalmente corretta.
Le prime prove risalgono come detto al marzo '68, ma già in aprile i 5 suonarono in Danimarca, per alcune date che furono importanti perlomeno per raggiungere un certo indispensabile affiatamento.
Nel frattempo alcune circostanze (l'incontro col produttore indipendente Derek Lawrence) fecero sì che i Deep Purple firmassero già per una casa discografica americana, mentre i diritti europei andarono alla EMI.
Il primo album era già pronto a fine maggio: SHADES OF DEEP PURPLE (registrato in sole 18 ore ed orribilmente prodotto, con composizioni originali e cover), lavoro che evidenzia delle notevolissime intuizioni; il primo brano edito su singolo, HUSH, balzò immediatamente ai vertici delle charts statunitensi, proiettando la band in America nell'olimpo delle superstars, mentre al contrario in Inghilterra non suscitò grandissima impressione.
Altro brano degno di nota e premonitore di futuri sviluppi musicali è MANDRAKE ROOT.
Il management, volendo capitalizzare su questo successo, pretese all'istante una nuova opera vinilica, THE BOOK OF TALIESYN (settembre dello stesso anno!), splendido manifesto d'epoca la cui analisi di fondo è comunque simile a quella di Shades Of Deep Purple. Da citare la strumentale WRING THAT NECK, la ballata ANTHEM e SHIELD.
Poi la band andò a promuoverlo negli States per una serie di date.
Tra febbraio e marzo del '69 (di nuovo in Inghilterra) i 5 Purple preparavano già il terzo album, DEEP PURPLE, lavoro decisamente importante (segnaliamo FAULT LINE che getta un ponte verso il futuro e la vera identità della band, e la stupenda APRIL, che evidenzia le influenze classiche di Ritchie e specialmente di Jon) che si rivelerà il più maturo di questa formazione. Il felice tentativo di fusione tra musica classica e rock rimarrà sempre una delle caratteristiche del gruppo.
Con il secondo tour americano (aprile '69) emerse progressivamente la volontà di Ritchie, Ian e Jon di escludere Nick e Rod dalla band, per il nuovo corso che si stava delineando (meno melodia e più ritmica), e Coletta dovette fare i salti mortali per gestire la situazione fino a tour ultimato.
A Blackmore, in cerca di un carismatico front-man, venne suggerito il cantante della band Episode Six, IAN GILLAN (incredibili si riveleranno la sua voce e la sua "presenza"), che accettò subito e provò a coinvolgere anche il proprio bassista ROGER GLOVER, che inizialmente non si sentì di tradire gli Episode, ma che poi, vista l'aria di smobilitazione che vi era all'interno, accettò di buon grado.
Il primo capitolo della line-up più classica fu la realizzazione di un concerto con orchestra, idea non nuova nella nascente cultura rock, che entusiasmò il direttore della Filarmonica di Londra: il sorprendente CONCERTO FOR GROUP AND ORCHESTRA. Questo lavoro ebbe il merito di focalizzare l'attenzione del gruppo anche in patria, dove ancora non aveva procurato scossoni, evidenziando la genialità di Jon Lord e del suo lavoro, molto qualitativo e tutt'altro che pretenzioso.
Intanto si stava delineando nelle prove e sul palco l'essenza hard rock della band: messa da parte l'esperienza sinfonica questa essenza portò alla creazione di uno degli album "classici del rock": il celeberrimo DEEP PURPLE IN ROCK (1970). Tra gli ingenieri del suono di questo album vi è anche Martin Birch, che iniziò una collaborazione destinata a durare fino allo scioglimento del gruppo.
Il disco, piccolo capolavoro, è di tremendo impatto, dal suono volutamente grezzo e ruvido e contemporaneamente curato con notevole gusto; una delle pietre miliari della musica in generale, album che ha determinato una svolta significativa nell'ambito della musica rock.
Tutti e cinque partecipano alla stesura, in una eccitante tensione dall'inizio alla fine, creata da cinque grandi personalità quasi al limite dello scontro e della prevaricazione, con una sorta di collisioni incrociate che seguiranno di pari passo tutta la storia del gruppo.
Trascinato dal grandissimo singolo BLACK NIGHT, non presente sull'album, In Rock rimase in classifica per oltre un anno, forte di masterpieces assoluti quali SPEED KING (il primo tentativo da parte di Glover di scrivere un pezzo per il gruppo) e CHILD IN TIME (che mise in evidenza, oltre che un incredibile Gillan, la strabiliante capacità da parte della band nell'aggiungere dinamicità musicale a quello che in origine era un "innocuo" pezzo rock). Pubblicati (singolo ed album) nel giugno '70, entrambi iniziarono a scalare lentamente le charts aiutati dalle frequenti tournées del gruppo; ad ottobre Black Night era in testa alle classifiche ed In Rock lo seguì per rimanere nei top trenta fino alla pubblicazione del prossimo album Fireball.
Ora anche in Inghilterra è Purple-mania!

DP In Rock - Breve recensione
Deep Purple mk IIluglio 1969 · giugno 1973;Ritchie Blackmore · chitarra - Ian Gillan · voce - Roger Glover · basso - Jon Lord · tastiere - Ian Paice · batteria

Deep PurpleDEEP PURPLE IN ROCK(Harvest · giugno 1970)Speed King · Bloodsucker · Child In Time · Flight Of The Rat · Into The Fire · Living Wreck · Hard Lovin' Man · bonus tracks · Black Night · Cry Free
Disco di tremendo impatto, è una delle pietre miliari del rock. Masterpieces assoluti quali Speed King e Child In Time, che evidenzia, oltre ad un incredibile Ian Gillan, la strabiliante capacità da parte della band nell'aggiungere dinamicità musicale a quello che in origine era un 'innocuo' pezzo rock, lo dimostrano.Copertina storica ideata dal management una volta deciso il titolo dell'album; In Rock si riferisce alla vera identità Purple contrastante con l'immagine classica acquisita dopo il Concerto per Gruppo ed Orchestra.

Ma il gruppo

Tra una apparizione dal vivo e l'altra, venne ultimato nel '71 il secondo album della MarkII: FIREBALL, (al quale seguirono due tours americani) che destò nella critica qualche perplessità (ma ingiustamente) uscendo un po' dalla strada del "riff" obbligato (uscita che prediligeva in particolar modo Gillan).
In realtà il non si era adagiato sul successo ottenuto, e in questo nuovo lavoro si notano subito dei tentativi di cambiamento; la ferocia del disco precedente lascia spazio alla ricerca di un suono leggermente ripulito; così accanto ai consueti brani durissimi (la title-track o "No one came"), compaiono alcuni pezzi dalle intenzioni vagamente psichedeliche ("Mule" e "Fools"), nonché le divagazioni simil-contry in "Anyone's daughter".
Fireball venne comunque generalmente ritenuto l'album più progressivo dei Purple e resterà sempre uno dei preferiti di Ian Gillan (ed infatti è grandioso in tutto il lavoro).
L'album fu preceduto da un altro grandissimo singolo, STRANGE KIND OF WOMAN, (non presente nell'edizione europea dell'album), andò direttamente al n.1 e riaprì al quintetto britannico le porte del mercato statunitense. Da citare il fortissimo impatto dell'omonimo brano FIREBALL e pezzi quali ANYONE'S DAUGHTER, FOOLS (meravigliosa), DEMON'S EYE e NO ONE CAME.

Fireball - Breve recensione
Deep Purple mk IIDeep PurpleFIREBALL(Harvest · luglio 1971 US · settembre 1971)Fireball · No No No · Demon's Eye (UK ed.) · Strange Kind Of Woman (US ed.) · Anyone's Daughter · The Mule · Fools · No One Came · bonus tracks · I'm Alone · Freedom · Slow Train
Inizialmente sottovalutato, è in realtà l'album più vario e progressivo mai realizzato dai Purple. Hard, Blues, Funky, Jazz, Country, Classica sono tutti presenti, rivisitati entro una matrice Purple mk II. Nel suo complesso superiore ad In Rock.


Comunque, proprio perchè registrato nei ritagli di tempo non soddisfò appieno le aspettative della band, che decise di prendersi un periodo da dedicare esclusivamente alle sessions, per la realizzazione di quello che sarebbe divenuto l'album da studio più venduto nella storia porpora: lo stupendo MACHINE HEAD.
Per non rinunciare alla acustica ed alla più cruda presenza naturale degli strumenti rispetto alle ovattate sale di registrazione l'idea dei cinque era quella di registrare in un teatro, e, dopo aver dovuto rinunciare al Casinò di Montreux distrutto da un incendio (episodio che fornì al gruppo l'ispirazione per il testo di "Smoke On The Water", probabilmente il loro pezzo più conosciuto), il tutto venne allestito al Grand Hotel, dove l'album fu ultimato dopo tre intensissime settimane di prove (dicembre '71).
Il livello artistico raggiunto da Blackmore e soci è tale che risulta difficile individuare una qualche composizione più meritevole di altre, basti pensare ad HIGHWAY STAR (con il suo guitar solo), pezzo che "aprirà" innumerevoli esibizioni "live" della band, LAZY (divenuto subito un classico dei Deep Purple) e SMOKE ON THE WATER ("hit planetario"). Tra i singoli, citiamo NEVER BEFORE, nella cui b-side troviamo la meravigliosa WHEN A BLIND MAN CRIES.
"Maybe I'm a leo" e "Lazy" riprendono con grazia i canoni del blues e mostrano un Blackmore a suo agio sia quando deve graffiare, sia quando deve ricamare assoli delicati; e Gillan, in Machine Head alla sua miglior prova, si muove con agilità e sicurezza fra vocalizzi arditi.
Il momento fortunato è confermato dall'incredibile quanto inatteso successo commerciale che ebbeproprio "Smoke on the water".
Sfortunatamente i rapporti interpersonali tra alcuni membri del gruppo si andavano lentamente deteriorando, specie a causa dello stress derivante dal sovraccarico lavorativo; a partire dal gennaio '72 vennero programmati ben cinque tours, interrotti però in primavera per problemi di salute di Blackmore, che almeno stemperarono il clima di crescente tensione che si era venuto a creare specialmente tra Blackmore e Gillan circa i ruoli nella band. Infatti per Ian, Ritchie tendeva ad allargarsi troppo nei soli (un po' tutti i componenti del gruppo iniziavano a eccedere nell'individualismo), e per Ritchie vi era l'intolleranza crescente per le idee di Ian (tra cui la sua armonica che chiedeva sempre maggiori spazi). Così, oltre che per "staccare" un po', la pausa permise a tutti di concentrarsi su lavori individuali.

Machine Head - Breve recensione
Deep Purple mk IIMACHINE HEAD(Purple records · maggio 1972)Highway Star · Maybe I'm A Leo · Pictures Of Home · Never Before · Smoke On The Water · Lazy · Space Truckin' · bonus track · When A Blind Man Cries
Un album bellissimo, il lavoro in studio più venduto della storia porpora.Il teatro del casinò di Montreux, Svizzera, viene scelto come luogo di registrazione onde cercare di ricreare in studio quell'atmosfera live che i Purple prediligono e reputano sede ideale per la loro musica. Sfortunatamente la notte precedente l'inizio delle registrazioni, durante un concerto di Frank Zappa, un incendio distrugge il locale; l'evento si rivela essere un 'blessing in disguise' in quanto fornisce alla band ispirazione per il testo di Smoke On The Water, probabilmente il loro pezzo più conosciuto.Highway Star, con il suo guitar solo e Lazy sono altri due classici, ma in realtà tutto il lavoro - registrato in sole due settimane - si mantiene su standard qualitativi elevatissimi divenendo riferimento per migliaia di musicisti nei decenni futuri.


Alla ripresa, nella tappa giapponese, nonostante gli attriti, i Deep Purple raggiungono il culmine del loro processo creativo, con delle esibizioni vibranti dall'impatto notevolissimo, testimoniate nell'universalmente riconosciuto come uno dei più grandi album dal vivo di tutti i tempi: MADE IN JAPAN. Infatti l'album, inizialmente concepito per il mercato locale, fu poi richiesto in tutto il mondo.
E' il live per antonomasia, crudo, assolutamente mancante di qualsiasi sovrincisione: come non pensare subito alle note di Child In Time, Highway Star e Strange Kind Of Woman (in questi ed altri pezzi il livello di Ian Gillan è un modello per qualsiasi vocalist, e memorabili restano i suoi duetti con Blackmore).

Made in Japan - Breve recensione
Deep Purple mk IIMADE IN JAPAN(Purple records · dicembre 1972 · registrazione dal vivo, 15, 16 e 17 agosto 1972)Highway Star · Child In Time · Smoke On The Water · The Mule · Strange Kind Of Woman · Lazy · Space Truckin' · bonus tracks · Black Night · Speed King · Lucille
Il gruppo, reputando difficile se non impossibile catturare l'essenza e lo spirito delle loro esibizioni dal vivo su vinile, è contro la pubblicazione di un live album, pertanto, come diretta conseguenza, il proliferare di registrazioni pirata ("H-Bomb" diventa il primo bootleg ad essere bandito quando la Virgin viene chiamata in giudizio per la vendita dello stesso).Ad ogni modo durante il tour susseguente Machine Head viene inciso Made In Japan, altra pietra miliare, il live per antonomasia, assolutamente mancante di una qualsiasi sovraincisione. Inizialmente pianificato solamente per il mercato giapponese, viene poi distribuito in tutto il mondo una volta realizzato il suo potenziale. Nonostante Gillan sia critico a riguardo della sua performance vocale (?) è evidente come quest'album si inserisca di diritto tra i migliori live mai pubblicati, oltre a creare un precedente che diverrà quasi d'obbligo per ogni band negli anni settanta.

Gli attriti però erano tutt'altro che superati, ma, nonostante le crescenti pressioni ed una armonia di gruppo ormai completamente assente, i concerti continuarono ugualmente, tecnicamente validi, anche se progressivamente caratterizzati da un minore "feeling".
Maggiore era il successo e maggiori erano sia le pressioni che le tensioni all’interno del gruppo, e questo fu il clima che portò all'ultimo album della Mark II, cioè WHO DO WE THINK WE ARE (luglio-ottobre '72): disco solitamente considerato minore, ma comunque molto buono e che rappresenta un ulteriore sviluppo nella ricetta musicale dei Deep Purple; tra i vari brani, molto belli, è da segnalare la sfavillante WOMAN FROM TOKYO mentre permangono su alti livelli le liriche di Gillan, al pari della sua voce, assolutamente uniche ed irripetibili. Unica come interpretazione vocale di Gillan è PLACE IN LINE. Da antologia anche SMOOTH DANCER e RAT BAT

Made in Japan - Breve recensione
Deep Purple mk IIWHO DO WE THINK WE ARE!(Purple records · dicembre 1972 US · marzo 1973)Woman From Tokyo · Mary Long · Super Trouper · Smooth Dancer · Rat Bat Blue · Place In Line · Our Lady · bonus track · Painted Horse
Canto del cigno di questa seconda line-up. Generalmente considerato l'anello debole della produzione comprendente Gillan e Glover, contiene, tra le altre, la sfavillante Woman From Tokyo. Degne di nota, come al solito del resto, le liriche di Gillan, al pari della sua voce, assolutamente uniche ed irripetibili.Titolo curioso che fa trasparire una certa arroganza (od ironia?). Ian Paice: "Riceviamo molte lettere, molto forti, appassionate, sia a favore che contro la band. Quelle negative generalmente iniziano con 'Ma chi credete di essere?'".

Ormai Gillan se ne era andato di fatto per la sua strada e Blackmore ottenne anche il sacrificio dell'incolpevole Glover (che prese molto male il "siluramento"), il quale forse aveva solo il torto di aver condiviso la propria formazione con Ian.
Ma Blackmore voleva assolutamente nuovo spirito per la band (a fianco di Lord e Paice), eliminando chi poteva essere d'intralcio alle proprie idee.
Era dunque finita la MarkII.: Gillan e Glover lasciano il gruppo per lanciarsi nelle rispettive carriere soliste.
Visto inizialmente da Paice ed in seguito anche dagli altri, venne invitato ad unirsi al gruppo il bassista dei Trapeze GLENN HUGHES (bassista dalla forte vena soul-funky e dalla splendida timbrica vocale che aveva già maturato una discreta esperienza nei Trapeze).
Per quanto riguarda il cantante si ricorse al classico annuncio (Ritchie aveva tentato invano di convincere Paul Rodgers, star dei Free) e si presentò il pressochè sconosciuto DAVID COVERDALE (Lord però ne aveva potuto già sentire le grandi qualità blues nel '69 in una apertura proprio dei Purple a Sheffield). Coverdale passò direttamente dal ruolo di commesso in un negozio di abbigliamento a quello di frontman dei Deep Purple!
Nel '73, superate le ultime perplessità di Blackmore, la Mark III preparava materiale per un nuovo album!
Il primo prodotto della terza line-up fu BURN (novembre '73, registrato a Montreux come Machine Head), che regalò alla band nuovi classici quali la stupenda title-track BURN, MISTREATED, capolavoro blueseggiante, e YOU FOOL NO ONE. Si torna a suoni più grezzi e a un piglio più istintivo nell’esecuzione, e mentre l’'influsso dei nuovi entrati è ancora relativo, assistiamo ad un deciso cambiamento di stile, con un un significativo cambio di direzione: l'inserimento nella propria musica di una forte matrice blues. Con Burn prosegue pertanto la stagione di evoluzione della formula musicale dei Deep Purple.
A breve partì un piccolo tour europeo (serviva tastare un po' il polso della critica per via dei notevoli cambiamenti) e poi nel marzo del 1974 partì il tour americano (con addirittura un Boeing 720 affittato per gli spostamenti). Disgraziatamente questa ritrovata armonia all'interno della band non era destinata a durare a lungo, e durante le date emersero pian piano nuove tensioni: da un lato Blackmore e l'indifferenza nei confronti delle composizioni di Coverdale, dall'altra Hughes che pretendeva di avere sempre maggiori spazi come cantante, ed infine Coverdale che iniziava a non sopportare più gli atteggiamenti di Blackmore incrementando piuttosto la propria autostima e trovando progressivamente una propria dimensione all'interno del gruppo - non atteggiandosi più quindi come l'ultimo arrivato -.

Burn - Breve recensione
Deep Purple mk IIIBURN
(Purple records · febbraio 1974)Ritchie Blackmore · chitarra - David Coverdale · voce - Glenn Hughes · basso & voce - Jon Lord · tastiere - Ian Paice · batteria
Burn · Might Just Take Your Life · Lay Down, Stay Down · Sail Away · You Fool No One · What's Goin' On Here · Mistreated · "A" 200 · bonus track · Coronarias Redig

Burn (splendida la title-track) segna un cambio di direzione per il gruppo; lo sconosciuto asso David Coverdale intinge di colorazioni bluesy il profondo porpora. Mistreated (che dal vivo diventerà un vero cavallo di battaglia) ne è fulgida testimonianza. Altro grande brano è Sail Away, mentre "A" 200 contiene uno dei più bei soli di sempre di Blackmore.Copertina d'effetto.

Questo fu il clima che portò alla realizzazione del nuovo album STORMBRINGER, lavoro eccellente benché diversissimo dagli altri lavori. Infatti le influenze funky-soul apportate da Hughes sono evidenti, ed il sound è molto più soft rispetto a Burn.
È un cambio di rotta netto, verso sonorità funky ("You can't do it right" e "Hold on") e la proposta di alcune stupende ballate ("Soldier of fortune" o "Holy man");
Per quanto riguarda i brani più tipicamente hard-rock si avverte una certa stanchezza compositiva, ma è risulta ancora chiaro il cammino evolutivo della band, ancora una volta originale. Ma contemporaneamente è sin troppo evidente l’abbandono del sentiero dell’hard rock.
E' specialmente Blackmore a non digerire troppo questo aspetto, e, convinto di un certo lassismo da parte di Paice e Lord che non sembravano essere interessati come un tempo a suonare un rock genuino e meno levigato, decide di lasciare la band (anche se, per obblighi contrattuali, è obbligato ad effettuare il tour).
L'album Stormbringer comunque, a dispetto dei pensieri di Ritchie, resta una piccola perla, basti pensare alla stupenda SOLDIER OF FORTUNE, pezzo che resterà sempre nel cuore di Coverdale (e di ogni fan).

Stormbringer - Breve recensione
Deep Purple mk IIISTORMBRINGER(Purple records · dicembre 1974)Stormbringer · Love Don't Mean A Thing · Holy Man · Hold On · Lady Double Dealer · You Can't Do It Right (With The One You Love) · High Ball Shooter · The Gyspy · Soldier Of Fortune
Le nuove registrazioni segnano un altro cambio di tendenza, Coverdale e soprattutto Hughes, elevati al rango di superstars, contribuiscono a modificare ulteriormente il sound della band. Stormbringer, denso di influenze funky-soul, non piace a Blackmore; probabilmente lo scontro tra lui ed il resto del gruppo contribuisce ad elevare il livello qualitativo dell'album. Blackmore: "C'era questa canzone (Hold On; N.d.A.) scritta da Glenn, la odiavo, suonai tutto il pezzo fino all'assolo solamente con il pollice per una forma di protesta. Mi piace il rock, la classica, il blues, ma non sopporto il funky-soul. La chiamano 'soul' ma c'è tutto eccetto 'anima' in quella musica."Stormbringer è comunque, a dispetto del pensiero del chitarrista, uno dei migliori album mai incisi dal gruppo, un episodio per tutti Soldier Of Fortune, altro magistrale esempio di collaborazione Blackmore/Coverdale.Disegno di copertina derivante da una famosa foto di un tornado scattata vicino Jasper, Minnesota, l'8 luglio 1927.

Tratto dal tour di Stormbringer, l'album dal vivo MADE IN EUROPE dimostra appieno l'energia della MarkIII on stage, dove la musica dei Purple è densa di ulteriori strutture ed improvvisazioni assolutamente imbattibili. Strepitosa la versione di Burn ed incredibile e travolgente l'esecuzione di Stormbringer, con Blackmore e Lord entusiasmanti.

Made in Europe - Breve recensione
Deep Purple mk IIIMADE IN EUROPE(Purple records · ottobre 1976 · registrazione dal vivo, 5 aprile 1975 · pubblicazione postuma)Burn · Mistreated · Lady Double Dealer · You Fool No One · Stormbringer
La musica dei Purple in concerto è sempre stata densa di ulteriori strutture ed improvvisazioni, rendendoli assolutamente imbattibili e Made In Europe ne è l'ennesima testimonianza. Nonostante certa critica, tra il mare di albums postumi è obbligatorio l'ascolto di questo live, registrato durante la tournée di Stormbringer.La band vede la progressiva maturazione di Coverdale e soprattutto i brani provenienti da Burn acquisiscono nuova linfa.


Ritchie Blackmore, insoddisfatto dai risultati di Stormbringer, decide di abbandonare il gruppo per formare i Rainbow; il gruppo sarà una sua diretta emanazione, con cui potrà ridare sfogo alla sua passione per le sonorità magniloquenti.
I Deep Purple perdono così il loro leader principale, e molti pensano che senza lo stile inconfondibile del chitarrista, il gruppo sia destinato all'epilogo.
Fu essenzialmente la voglia di continuare di David e Glenn a trascinare Ian e Jon (erano indubbiamente i più "affamati" di successo), pertanto si iniziò a ricercare un chitarrista che potesse rimpiazzare Ritchie, uscito definitivamente dal gruppo per fondare i Rainbow.
Il sostituto venne individuato proprio da David, un chitarrista americano molto tecnico proveniente dalla scena jazz-rock; TOMMY BOLIN. Grazie a lui la musica sarà inconfondibilmente caratterizzata dal sound americano che tanto piaceva a Hughes (i due pertanto non poterono che entrare in perfetta sintonia).
Nasce pertanto la MarkIV, ed è facilmente capibile come i vecchi indirizzi stilistici mutino ormai definitivamente: ne esce un album qualitativamente ottimo, COME TASTE THE BAND (1975), che subito non fu accolto in maniera entusiastica, ma comprensibilmente, visto il nuovissimo corso stilistico. L'album è come una bomba intrisa di venature funky e trasuda entusiasmo; sarebbe stato interessantissimo aver potuto disporre di lavori fututri, se gli eventi lo avessero permesso...
Di questo lavoro sono da citare LOVE CHILD (grandissimo Coverdale), LADY LUCK e YOU KEEP ON MOVING (pezzo sinuoso ed inquietante). Sfortunatamente le performances dal vivo della MarkIV, a parte la prima parte australiana, furono inesorabilmente condizionate dalla tossicodipendenza di Bolin (la parola droga non era mai apparsa prima nella storia porpora), che lo ridusse ben presto l'ombra di sè stesso. Nelle seguenti tappe giapponesi (dove in alcuni concerti non si reggeva letteralmente in piedi e Lord doveva suonare anche le parti della chitarra) ed indonesiane (dove il tour divenne così un vero fiasco, anche finanziario), Tommy riuscirà a malapena a salire sul palco.

Come Taste The Band - Breve recensione
Deep Purple mk IIICOME TASTE THE BAND(Purple records · dicembre 1975)Comin' Home · Lady Luck · Gettin' Tighter · Dealer · I Need Love · Drifter · Love Child · This Time Around/ Owed To 'G' · You Keep On Moving

Jon Lord: "Tommy si presentò, era magrissimo, i capelli colorati di blu, verde, giallo con delle penne da indiano, con lui questa bellissima hawaiana in un vestito di uncinetto senza niente sotto. Attaccò la chitarra ai Marshalls e… ringraziai Dio! Era eccitante tanto quanto lo era con Ritchie! Ian iniziò a suonare e David venne verso di me dicendo 'Cosa ti avevo detto? Cosa ti avevo detto?' Tommy era persino più fluido di quanto non fosse Ritchie, specialmente nei pezzi blues, ma non era altrettanto preparato tecnicamente. Utilizzava magistralmente effetti come echoplexes e divisori di ottave."Ironica copertina, Tommy Bolin: "Ricordo quando feci l'audizione… dopo un'ora di 'jamming' Jon, che conosce ogni 'canzoncina', iniziò a suonare 'Cabaret' ed io, ormai del tutto sbronzo, iniziai a cantare 'Come see the band, come taste the band'."Come Taste The Band è una bomba intrisa di venature funky che trasuda entusiasmo. Si passa dalla magnetica You Keep On Moving al funk di Lady Luck e Love Child al soul bianco di This Time Around.Spaventoso drumming da parte di Paice.

Testimonial del periodo giapponese è l'album dal vivo LAST CONCERT IN JAPAN, dove Bolin è quasi del tutto inesistente. Questo album è invece un'altra prova dell'impeto on stage di Coverdale e Hughes, a volte anche a scapito della qualità.
Era sicuramente necessaria una sosta (dicembre '75), ma già nel periodo gennaio-marzo vi fu un tour americano, in cui Bolin si era leggermente ripreso, forse stimolato dal fatto di suonare in patria.
Di pari passo continuava ad aggravarsi la crescente spaccatura tra la tendenza funky-soul della coppia Hughes-Bolin ed i canoni più blues-rock di Lord, Paice e Coverdale, così come era sempre maggiore la frattura Coverdale-Hughes in merito alle parti vocali. La crisi definitiva era proprio nell'aria, ed esplose nel breve tour inglese di marzo, dove i fans, ancora vicini a Blackmore, non perdonarono assolutamente nulla a Bolin, creando pertanto un pesantissimo clima di imbarazzo anche sul palco.
Fu così che Coverdale, Lord e Paice decisero di mettere la parola fine ad una delle pagine più belle che la musica ricordi. (Tommy Bolin si spense per un'ultima fatale dose, il 4 dicembre 1976).


Last Concert In Japan - Breve recensione
Deep Purple mk IIILAST CONCERT IN JAPAN (Purple records · marzo 1977 solo Giappone · registrazione dal vivo, 15 dicembre 1975 · pubblicazione postuma)Burn · Love Child · You Keep On Moving · Wild Dogs · Lady Luck · medley, Smoke On The Water, Soldier Of Fortune, Woman From Tokyo · Highway Star

Le performances dal vivo della mk IV sono minate dalla tossicodipendenza del chitarrista e dalla crescente partnership tra Bolin stesso e Hughes, tendente a modificare gli standards Purple a favore di un sound sempre più orientato verso il funky-soul, verso la fusion, verso la musica nera. Tale intento non trova però corrispondenza nel resto del gruppo.La band, grazie anche ad una fenomenale leadership virtuosistica, ha ottimi momenti.

Dopo lo scioglimento del '76, il mercato è stato invaso da nuove pubblicazioni, da serie antologiche a materiali più o meno inediti. Una testimonianza dei giorni migliori è data da POWERHOUSE, che raccoglie brani provenienti da diverse situazioni: eccezionali Black Night ("bis" del tour giapponese del '72), Hush (cantata da Gillan) e Child In Time (vers. del '69). Spettacoli registrati dalla BBC contiene il doppio dal vivo DEEP PURPLE IN CONCERT, testimonianza fondamentale dello splendore porpora, con una travolgente versione di Speed King ed una bellissima Never Before.
Da ricordare poi l'eccellente LIVE IN LONDON, esplosiva performance della MarkIII.
Date per scontate le speculazioni commerciali, sicuramente tutte le pubblicazioni post-scioglimento erano la forte dimostrazione di un sogno che resisteva, con suoni ed immagini capaci di catturare anche i più giovani, perchè continuava fortemente a resistere, in più generazioni, la voglia di DEEP PURPLE!

PURPLE REFORM!

Già dal 1980 vi erano state diverse voci (poi rivelatesi sempre illusorie) circa una riunione dei Deep Purple, seguite da smentite quando non da veri e propri comunicati stampa. Quando nella primavera dell' '84 la tanto sospirata riunione divenne sorprendente realtà (con la formazione già definita "classica" denominata MarkII e cioé Ritchie Blackmore, Ian Gillan, Roger Glover, Jon Lord e Ian Paice), con i dettagli dell'operazione ancora incerti e le premesse difficili da scrutare, era notevole la curiosità circa il nuovo corso Purple. Pochi potevano immaginare comunque, se non coloro vicini alla band, che i Deep Purple si accingevano a ripartire con l'impeto, lo stile ed il marchio inconfondibile degli anni in cui si erano affermati come capiscuola del genere hard-rock: nessun tradimento delle origini, nessuna mera ricerca di denaro, nessuna forzata ricerca avanguardistica, ma stavano per tornare suono e drive inconfondibilmente "Purple"!
Infatti l'album del ritorno, PERFECT STRANGERS (1984), riprende proprio per volontà dei cinque musicisti come per magia il discorso interrotto con la fine della MarkII, sfruttando le nuove tecnologie in campo musicale senza stravolgere lo stile inconfondibile, ma anzi proponendo brani ed arrangiamenti che non fanno avvertire alcuna soluzione di continuità da allora, dimostrando come i Purple siano tornati con la volontà ben precisa di continuare a recitare il ruolo di capiscuola del rock moderno riprendendosi di diritto quella leadership che nessuno dei vari gruppi di heavy metal degli ultimi tempi era riuscito ad usurpare.
Il tempo sembra essere un po' passato solamente per Gillan, dal quale onestamente non si potevano pretendere le medesime cristalline performance vocali degli anni '70, ma che ha saputo adattare il proprio timbro di quarantenne senza arretrare di un centimetro in quanto a stile e presenza graffiante.
Pezzi che testimoniano questo veemente ritorno della band sono la sublime PERFECT STRANGERS, KNOCKING AT YOUR BACK DOOR, A GIPSY'S KISS (eccezionale Blackmore), NOBODY'S HOME e WASTED SUNSETS (altro guitar solo meravigioso), bellissimi in tutte le loro parti, spesso entusiasmanti nei nuovi immutati fraseggi Blackmore-Lord.
Ritchie Blackmore, come sottolineato, è splendido e fornisce una prestazione quasi unica, con classicheggianti fioriture barocche.
Dopo l'uscita di Perfect Strangers è partito subito il tour mondiale (novembre '84) che li ha visti di scena in Nuova Zelanda, Australia, States, Giappone (di nuovo nel leggendario Budokan di Tokio nel maggio dell'85) ed Europa per poi tornare nuovamente negli States nell'agosto '85. Inutile dire che il tour ebbe un successo enorme, tale era la voglia di rivedere all'opera la band, che promosse appieno l'album riproponendo però anche (e non poteva essere altrimenti) i maggiori successi.
Terminato il tour, poco tempo dopo i Deep Purple erano già in studio per dar origine al secondo album del nuovo corso, album che uscì nel 1987 col titolo di THE HOUSE OF BLUE LIGHT, lavoro decisamente meno incisivo del precedente (tranne alcuni pezzi, su tutti la tipicamente porpora BAD ATTITUDE), con qualche apertura al rock di più largo ascolto. Da segnalare comunque lavori come THE SPANISH ARCHER, MITZI DUPREE e DEAD OR ALIVE. Il tour che ne seguì, riportò finalmente i Deep Purple in Italia (su tutte l'eccezionale performance di Verona, in una gremitissima Arena il 6 settembre 1987).
Nel 1988 è stato immesso sul mercato un doppio album dal vivo (NOBODY'S PERFECT) che raccoglieva varie esibizioni tratte dal tour di The House Of Blue Light, in sedi diverse (Stati Uniti ed Europa). Molto belle le versioni di Bad Attitude, con dei suggestivi giochi sonori di Lord, e Perfect Strangers, che vede esaltate le proprie sfumature dalle performance di Blackmore e Gillan. Comunque Nobody's Perfect (evidente nel titolo il solito umorismo porpora), è in parte ironicamente corrispondente al suo contenuto, essendo il prodotto di una serie di riaggiustamenti dei pezzi registrati quindi non solo nelle sedi indicate. Da questo punto di vista pertanto non è molto degno della tradizione porpora on stage.
In seguito riemersero pian piano attriti probabilmente mai superati definitivamente, in particolar modo tra le spiccate e taglienti personalità di Blackmore e Gillan, che portarono all'uscita dalla band di quest'ultimo, a vantaggio di un vecchio pupillo di Ritchie: JOE LYNN TURNER (vi era stata anche la candidatura di Ronnie James Dio).
Il nuovo quintetto mise sul mercato il loro unico (fortunatamente) lavoro (SLAVES AND MASTERS 1990), album piuttosto piatto, che non riesce a decollare mai sul piano della ritmica e decisamente poco graffiante, pieno dei limiti del nuovo cantante che tenta di apparire aggressivo senza mai riuscirvi: una caduta, e senza fortuna, nel Audience Oriented Rock. Dell'album ci sentiamo di salvare KING OF DREAMS e FORTUNETELLER e per buona sorte tutto il resto non ebbe seguito.
Quando ormai si temeva un destino inesorabile per la band, ecco il nuovo colpo di scena che riaccese le speranze: il ritorno di Ian Gillan, uomo al quale le idee non sono di certo mai mancate.
Questo fatto, che ai più seppe molto di operazione commerciale, ancora una volta fece sì che il prodotto smentisse le maldicenze, dando origine ad un nuovo album ancora una volta carico di energia e tipicamente porpora, che non poteva valere Perfect Strangers, ma che sicuramente riportò alla ribalta i nostri hard rock heroes: THE BATTLE RAGES ON... (1993). Ritchie, Roger, Jon ed i due Ian (di nuovo la MarkII quindi) ritornano e celebrano i 25 anni della band con una miscela di riff pesanti e ruvidi e melodie accattivanti, come nell'omonimo pezzo THE BATTLE RAGES ON (ruvido ed allo stesso tempo accattivante), RAMSHACKLE MAN, A TWIST IN THE TALE, ANYA e la bellissima SOLITAIRE.
Anche in questo caso il corrispondente tour li riportò in Italia, e dalle tappe europee (Stoccarda e Birmingham) dell'autunno del '93 venne immesso sul mercato COME HELL OR HIGH WATER (1994) interamente dal vivo (eccezionale la versione di ANYONE'S DAUGHTER): il lancio di quest'album venne fatto sull'onda emotiva dell'abbandono di Blackmore, e ben rappresenta un epitaffio, una testimonianza finale della grandezza insita nel nome Deep Purple.
Il tour non fu neppure finito da Blackmore, uscito poi definitivamente dalla band per poter riprendere i propri progetti individuali con i Rainbow; venne sostituito solo per concludere il tour dal virtuoso chitarrista JOE SATRIANI, che ben seppe rimpiazzarlo non tanto per le sue ottime referenze tecniche, ma in quanto capace di calarsi con precisione nel delicato ruolo che gli spettava, senza stravolgere partiture e suoni che ormai erano tutt'uno nello stile dei Deep Purple.
Portato a termine il tour, il nuovo chitarrista della band (Satriani ed i Purple avevano progetti differenti) sarà STEVE MORSE (chitarrista espressamente citato da tutti e quattro in una sorta di mini referendum di gruppo, vincitore dei polls di "Guitar Player" per ben cinque anni consecutivi) e nel 1996 ecco subito l'album: PURPENDICULAR; sono passati ormai 12 anni dal 1984, ma ci troviamo di fronte ad un lavoro curato nei minimi dettagli, dove registrazione e missaggio esaltano la bontà dei pezzi, per un prodotto finale di indubbia qualità; la chitarra di Morse (questo era indubbiamente uno degli aspetti più attesi) si fonde appieno con gli altri quattro ed il sound della band, seppure con uno stile totalmente diverso da Blackmore (e così del resto doveva essere), meno blueseggiante e barocco, ma ugualmente caldo e graffiante (anche se a volte Morse cade nell'errore di ricercare nei soli un eccessivo numero di note). Stupendi i duetti Morse-Lord in SOMEBODY STOLE MY GUITAR, e vanno citate sicuramente CASCADES: I'M NOT YOUR LOVER, THE AVIATOR (con quella sua atmosfera medievale), ROSA'S CANTINA, A CASTLE FULL OF RASCALS e la meravigliosa SOMETIMES I FEEL LIKE SCREAMING.
Neppure un anno dopo è uscito un doppio album dal vivo (il Bootleg Ufficiale del Tour 1996, riportante la tappa parigina, tour promozionale di ben due anni!) LIVE AT THE OLYMPIA, i cui suoni e riff resteranno a lungo nella mente dei fans (stupenda l'interpretazione di Gillan in WHEN A BLIND MAN CRIES, e magistrale l'esecuzione di tutto il gruppo). L'album è caratterizzato dal felice recupero di alcuni classici come, tra gli altri, NO ONE CAME.
Ora, nel maggio 1998, trenta anni dopo quel lontano maggio 1968, è finalmente uscito il nuovo album, che conferma il momento nuovamente molto felice della band e che non ha certo deluso le nostre aspettative di un ennesimo grande lavoro. ABANDON, (altro giochetto di parole di Gillan, Lord. Paice, Glover e Morse) è degnissimo proseguimento del cammino del gruppo più importante della storia dell'hard-rock, con suoni e riff che gettano un ponte ideale con quelli di In Rock, e un ponte di fatto con la riproposta di BLOODSUCKER. Gillan risplende in tutto l'album, in particolar modo nella stupenda blueseggiante DON'T MAKE ME HAPPY, che sa cullare e scuotere allo stesso tempo l'ascoltatore, ma ancora una volta sono tutti e cinque ad entusiasmare. Pezzi come ANY FOOL KNOW THAT, SEVENTH HEAVEN, FINGERS TO THE BONE ed EVIL LOUIE sono indubbiamente da antologia, per un album che si presenta crudo, ruvido ed essenziale, quindi quanto di meglio sanno fare i Deep Purple.
Ora attendiamo il tour, che prevede anche cinque date "italiane", per poter gioire ancora una volta della musica di questi grandissimi interpreti, nella speranza di poter ascoltare a breve qualche altra pubblicazione live.
Il viaggio continua.

Stefano Tomasi - Angelo Mutinelli

testi basati su note di:
Chris Charlesworth
Silvio Ricci
Simon Robinson
Chris Welch
Pierfrancesco Atzori
Antonio Scettri

lunedì 30 marzo 2009

MOVIMENTO e ESPRESSIVITA'











Lavori in corso:

Corso di Danza moderno creativa a Volano (3° anno)

Danza Moderno-educativa

Lezioni di educazione al movimento creativo, su tecniche della danza educativa e contemporanea.

Laboratorio di Movimento e Abilità a Cavalese
Laboratorio Abilità Diverse

Finalità

Ricerca del movimento consapevole in risposta al mondo contemporaneo dove tutto accelera e dove ogni giorno sembra che ci allontaniamo un po’ di più dalle relazione

Ricerca di una nuova coscienza di sé, amplificata dalla presenza del gruppo, in cui le abilità diverse non sono un ostacolo ma un potenziale di scoperta, una nuova linea guida creativa

Incontro di diverse abilità per comunicare, ricercare e creare, occasione di valorizzazione e interazione nella comunicazione tra di loro per dare forma alla sensibilità artistica di ciascuno

Strumento

Dialogo corporeo e comunicazione spontanea attraverso il contatto, l’ascolto, la fluidità ed il trasferimento del peso

Mezzo

Impulso ulteriore al movimento è la musica, impulso per l’improvvisazione (movimenti liberi e spontanei)